lunedì 30 settembre 2013

Michael Powell

Micheal Powell (1905-1990) è stato probabilmente il maggior cineasta britannico del Novecento (insieme ad Alfred Hitchcock), spesso in coppia con l'amico sceneggiatore Emeric Pressburger con cui fondò la celebre casa di produzione "The Archers", Powell ha prodotto e diretto film straordinari e per l'epoca visionari ed avveniristici sia per i contenuti che per le immagini. Purtroppo oggi è stato un po' dimenticato.









1 - Duello a Berlino (The Life and Death of Colonel Blimp), UK, 1943.
Il film narra con toni varianti tra commedia e dramma la storia della lunga amicizia che accompagna per tutta la prima metà del Novecento un ufficale tedesco ed uno inglese. Questo capolavoro di Powell pur non essendo un film a tema venne fortemente criticato per il suo animo pacifista proprio in piena Seconda Guerra Mondiale, ebbene proprio qui sta la forza rivoluzionaria di questa splendida pellicola.







2 - L'occhio che uccide (Peeping Tom), UK, 1960.
L'introverso operatore cinematografico Mark Lewis ha una malattia ossessiva che lo spinge a diventare un assassino e filmare tutto con la sua cinepresa. Superlativo thriller metacinematografico che riflette con intelligenza sul voyerismo del mezzo e dello spettatore stesso. Poco considerato all'epoca è poi diventato un vero cult movie.






3 - Scarpette rosse (The Red Shoes), UK, 1948.
Dal punto di vista figurativo è il miglior film di Powell, una favola moderna coloratissima ed affascinante, nonchè il miglior film in assoluto mai girato attorno al tema del balletto. Altro inarrivabile capolavoro.








4 - Scala al Paradiso (A Matter of Life and Death), UK, 1946, co-regia con Emeric Pressburger.
Capolavoro del cinema fantastico in cui si esprime pienamente tutta la grandissima e rivoluzionaria fantasiva del duo di registi e produttori. Il cinema del duo di "The Archers" è unico e soprattutto diverso da ogni altro girato in quegli anni.







5 - Gli invasori - 49mo parallelo (49th Parallel), UK, 1941.
Un sottomarino tedesco durante la guerra va alla deriva nella baia di Hudson in Canada. Ottimo e molto sottavalutato film bellico, che Powell girò a fini propagandistici per schiodara la neutralità americana, anche se in realtà il cineasta britannico non rinuncia affatto al suo stile disincantato ed al suo amato british humour. Bello e divertente.







6 - Il ladro di Bagdad (The Thief of Bagdad), UK/USA, 1940, co-regia con Ludwig Berger e Tim Whelan.
Secondo e migliore dei quattro adattamenti cinematografici della celeberrima favola tratta da i racconti "Le mille e una notte". Questo film eccelle soprattutto per la magnificenza di scenografie e colori che creano quel mondo da fiaba esotica che riesce ad affascinare anche lo spettatore moderno.




 7 - Narciso nero (Black Narcissus), UK, 1947.
In un convento di suore inglesi dislocato in un ex arem sulle pendici dell'Himalaya, le difficoltà logistiche e le tentazioni carnali mettono in seria difficoltà le sorelle. Altro film straordinario che dimostra l'incredibile poliedricità del cineasta inglese, che riesce benissimo a passare da un genere all'altro senza colpo ferire. 







8 - I racconti di Hoffmann (The Tales of Hoffmann), UK, 1951.
 Tratto dall'omonima opera di Jacques Offenbach, un film che si fa apprezzare soprattutto per le scelte iperrealistiche di scenografia e fotografia, tanto che pare un dipinto in movimento più che un film. Powell & Pressburger confermano, se ce ne fosse bisogno, il loro talento visionario.







 9 - So dove vado (I Know Where I'm Going!), UK, 1945, co-regia con Emeric Pressburger.
La determinatissima Joan deve raggiungere un'isola delle Ebridi, in Scozia, dove andrà sposa ad un ricco signore molto più anziano di lei, ma il maltempo la blocca su un'isola molto vicino alla sua meta. Curiosa commedia piena zeppa di british humour, considerata, ingiustamente, un'opera minore del due The Archers.






domenica 29 settembre 2013

Adolf Hitler

Adolf Hitler è stato il personaggio che ha incarnato il male del Novecento, la sua follia ha portato alla morte di milioni di persone ed allo scoppio di una terribile guerra mondiale. Biopic, parodie e racconti di parti della sua vita hanno interessato i cineasti di tutto il mondo. Ecco la selezione delle pellicole per me più interessanti.






1 - Hitler - Un film per la Germania (Hitler - ein Film aus Deutschland), RFT, 1978, di H.J.Syberberg.
Syberberg è un cineasta eccentrico e visionario che in quest'opera fiume di 410 minuti racconta con forza la storia del personaggio storico che più di ogni altro ha determinato i destini della Germania. Originale e diverso, un film da riscoprire, sul sito del regista tedesco è disponibile in versione originale con sottotitoli in inglese.





2 - Moloch, Russia/Germania, 1999, di Alexander Sokurov.
Il miglior regista russo contemporaneo da il via alla sua trilogia sul potere raccontando i giorni di Hitler a Berchtesgaden, il suo ritiro nelle montagne bavaresi. L'Hitler di Sokurov è un uomo piccolo e buffo, quasi una parodia del grande capo dell'iconografia nazista. Un modo curioso ed irriverente di esplorare la storia. Bella la fotografia.





3 - La caduta. Gli ultimi giorni di Hitler (The Untergang), Germania, 2004, di Oliver Hirschbiegel.
A partire dai diari della segretaria, il film ci racconta gli ultimi giorni di Hitler (Bruno Ganz) nel bunker di Berlino. Accusato (esageratamente) di revisionismo è un buon film che cerca di raccontare una storia interessante, eccedendo a volte nel voyerismo.





4 - Il grande dittatore (The Great Dictator), USA, 1940, di Charlie Chaplin.

In piena guerra Chaplin gira ed interpreta una spietata parodia di Hitler e del nazismo. Anche se ovviamente i nomi dei protagonisti non sono quelli originali, è evidente come il comico abbia capito l'essenza del nazismo e la sua follia prima e meglio di ogni suo contemporaneo.






sabato 28 settembre 2013

Aldo Fabrizi (attore)

Aldo Fabrizi (1905-1990) è stato un attore eclettico, straordinario protagonista del cinema italiano del dopoguerra, sia in ruoli drammatici che comicì. Pacioso rappresentante della romanità e grande personaggio oltre che di cinema anche di teatro e televisione.









1 - Papà diventa mamma, Italia, 1952, di Aldo Fabrizi.
Primo posto a sorpresa per questa spassosa commedia, terza della serie "La famiglia Passaguai", ma Fabrzi che ipnotizzato si crede la madre di famiglia è uno spasso irripetibile. La scena in cui litiga con le altre massaia del condominio mentre fanno il bucato è da antologia della comicità! Straordinario, vedere la clip sotto per credere.







2 - Roma città aperta, Italia, 1945, di Roberto Rossellini.
Il ruolo di don Pietro Pellegrini nel capolavoro neorealista di Rossellini è senz'altro la prova drammatica più importante della carriera di Fabrizi, fino ad allora conosciuto solo come comico.








3 - La famiglia Passaguai, Italia, 1951, di Aldo Fabrizi.
Ampiamente sottovalutato, questo film che è il capostipide di un piccolo filone di quattro pellicole, è una commedia lontanissima dagli stereotipi che saranno tipici della produzione italica, i personaggi sono protagonisti di una comicità slapstick che ironizza sagacemente sui costumi italiani dell'epoca. Molto divertente. Qui Fabrizi fa di tutto; attore, regista e sceneggiatore.





4 - Guardie e ladri, Italia, 1951, di Steno e Monicelli.
Celeberrima commedia con Totò ed Aldo Fabrizia autentici mattatori nel ruolo del mariuolo e del poliziotto. Molto divertente, è ormai un piccolo cult della comicità italiana.








5 - Vivere in pace, Italia, 1947, di Luigi Zampa.
Aldo Fabrizi che ha collaborato anche alla sceneggiatura, è qui il pacifico zio Tigna che da aiuto, durante l'occupazione tedesca del piccolo villaggio dell'Italia centrale dove vive, ad un paio di soldati americani feriti. Altro film assolutamente da rivalutare, che tratta le tematiche dei rapporti umani in tempo di guerra con grazie ed intelligenza.







6 - I tartassati, Italia, 1959, di Steno.
Dopo il successo di "Guardie e ladri" Totò e Fabrizi bissano con un altro straordinario esempio di comicità. Fabrizi è un ispettore della tributaria e Totò il titolare di un negozio di tessute che cerca di corromperlo in ogni modo, aiutato dal maldestro ragioniere, interpretato dal francese Luis De Funes. Altro film divertentissimo.




7 - Francesco, giullare di Dio, Italia, 1950, di Roberto Rossellini.
Straordinaria ed insolita la prova di Fabrizi nella parte di Tiranno Nicolaio nel bel film di Rossellini dedicato al "rivoluzionario" San Francesco d'Assisi. Aldo Fabrizi è stato uno dei più grandi attori del nostro cinema, ed in questa pellicola la cosa è più che mai evidente.



8 - Mio figlio professore, Italia, 1946, di Renato Castellani.
Fabrizi, che ha collaborato anche in fase di sceneggiatura, è un bidello che cerca il riscatto attraverso il figlio, vuole che lui diventi professore proprio nella scuola in cui lui umilmente lavora.







9 - Prima comunione, Italia, 1950, di Alessandro Blasetti.
Il cavalier Carloni (Fabrizi) sta festeggiando la prima comunione della figlia, ma la sarta è in ritardo con la consegna del vestitino. Così l'intrepido protagonista parte alla ricerca dell'abito con la conseguenza di incappare in una serie di incredibili peripezie. Uno straordinario Fabrizi per un ruolo a metà fra il serio ed il faceto venne premiato con il nastro d'argento.





venerdì 27 settembre 2013

Manicomi

L'istituto psichiatrico o manicomio è fra le più nefaste istituzioni che l'uomo abbia mai creato, perché spesso viene da chiedersi i mostri siamo noi o sono loro? Il cinema ha offerto pellicole bellissime a testimonianza dell'umanità che ha popolato questi luoghi di miseria.


1 - Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew over the Cuckoo's Nest),USA, 1974, di Milos Forman.
Nel film di Forman, Jack Nicholson interpreta un delinquente che si finge pazzo e così entra in contatto con il mondo a parte che sono gli istituti psichiatrici. Capolavoro premiato con ben 5 premi Oscar tra cui miglior film, regia, attore (Nicholson) ed attrice (la perfida Louise Fletcher).








2 - Il corridoio della paura (Shock Corridor), USA, 1963, di Samuel Fuller.

Johnny Barrett è un giornalista che fingendosi pazzo si infiltra in un manicomio con l'intento di risolvere un delitto e vincere il premio Pulizer, ma la vita in un ambiente così alienante procura grossi danni alla sua salute mentale. Crudissimo film di Fuller che ben presto si trasforma in un incubo ad occhi aperti.




3 - Matti da slegare, Italia, 1975, di Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Sandro Petraglia e Stefano Rulli.

Bellissimo documentario che racconta la vita in un manicomio emiliano, viene mostrato chiaramente come le persone chiuse in questi lager della diversità necessitino di essere liberi e non segregati e ghettizzati.







4 - Manicomio (Bedlam), USA, 1946, di Mark Robson.
Piccolo gioiello del genere thriller/horror ambientato in un manicomio londinese della seconda metà del Settecento ed ispirato al dipinto Bedlam di William Hogarth. Ultimo horror a basso costo che il grande Val Lewton produsse per la RKO. Da rivalutare.





5 - La fossa dei serpenti (The Snake Pit), USA, 1948, di Anatole Litvak.

Virginia (Olivia de Havilland) si sveglia terrorizzata in un manicomio senza saperne la ragione. Il marito Roberto le spiegherà come la sua malattia mentale l'abbia portata in quel luogo. Ottimo dramma, in cui per la prima volta il cinema avvalora la tesi che il manicomio non sia un luogo di cura, anzi il contrario. Sei nomination ed un Oscar per il miglior sonoro.




6 - La clessidra (Sanatorium pod klepsydra), Polonia, 1973, di Wojciech Has.
Il protagonista joseph vaga in un mondo onirico in cui incontra in un manicomio completamente abbandonato il padre defunto, in questo luogo assurdo i pazienti sono abbandonati a loro stessi e alle loro manie. Curioso film polacco vincitore del premio speciale della giuria a Cannes.






7 - La casa dei matti (Dom Durakov), Russia/Francia, 2002, di Andrej Konchalowskij.

In Inguscezia nel 1996 un manicomio viene abbandonato da dottori ed infermieri a causa di un bombardamento. I degenti, finalmente liberi proveranno un'esperienza nuova che sconvolgerà le loro vite anche perché terroristi ed esercito russo occuperanno a turno la struttura sanitaria. Vincitore del Leone d'argento a Venezia.





8 - Risvegli  (Awakenings), USA, 1990, d Penny Marshall.

Questa pellicola americana tratta il tema della scoperta di un farmaco che risvegliò i pazienti afflitti da un'encefalite virali che li portava allo stato catatonico. Nonostante il successo ed i riconoscimenti (3 nomination all'Oscar), il film non si discosta dai clichè buonisti tipici di molte pellicole hollywoodiane.





9 - Ragazze interrotte (Girl, Interrupted), USA, 1999, di James Mangold.
Alla fine degli anni Sessanta, Susanna afflittà da disturbi della personalità viene ricoverata in un istituto psichiatrico dove fa amicizia con altre ragazze tutte con problemi di origine mentale. Eccellente prova delle protagoniste Winona Ryder e soprattutto Angelina Jolie, che ebbe una candidatura all'Oscar.



giovedì 26 settembre 2013

Rainer Werner Fassbinder

Rainer Werner Fassbinder (1945-1982) è stato uno dei registi che hanno portato all'attenzione internazionale il nuovo cinema tedesco. Trasgressivo, violento, tossicomane, sregolato nella vita e negli affetti, Fassbinder riesce a riportare sul grande schermo i suoi eccessi, trasformandoli in capolavori a volte anche un po' ermetici, ma sicuramente di grande impatto visivo ed emotivo. Muore ancora giovane di overdose. Sotto un assaggio del suo cinema.









1 - Le lacrime amare di Petra von Kant (Die bitteren tranen der Petra von Kant), RFT, 1972.
Petra è una stilista che vive sola con la sua assistente Marlene. Questa viene trattata in malo modo, subendo pazientemente le angherie della padrona. Tratto dall'omonimo lavoro teatrale dello stesso Fassbinder un film estremo incentrato sulle due protagoniste che interagiscono in un'unica stanza. Claustrofobico ed alienante è sicuramente fra i capolavori del cineasta tedesco.





2 - Martha, RFT, 1974.
La protagonista, una straordinaria Margit Carstensen, è una bibliotecaria che viene coinvolta in un matrimonio con un uomo opprimente che ne annienta la personalità. Fassbinder continua a scavare nell'animo dei suoi personaggi, traendone conseguenze a volta sgradevoli ma sicuramente profonde. Il personaggio di Helmut è fra i più insopportabili mai visti sullo schermo.






3 - Il matrimonio di Maria Braun (Die Ehe der Maria Braun), RFT, 1979.
Attraverso le vicende personali di Maria Braun (Hanna Schygulla), Fassbinder racconta trent'anni di storia della Germania, in quello che è il suo film di maggior successo di critica e soprattutto pubblico. Il regista e l'attrice protagonista vinsero l'Orso d'argento a Berlino.







4 - Il diritto del più forte (Faustrecht der Freiheit), RFT, 1975.
Interpretato dallo stesso Fassbinder ed ambientato nel mondo omosessuale di Monaco di Baviera, che il cineasta frequentava davvero, è un'accusa alla società capitalistica occidentale ed alle ispirazioni piccolo borghesi della minoranza gay. Fassbinder come sempre non ha mezze misure, e confeziona un altro capolavoro dell'anticonformismo, sociale e filmico.





5 - La terza generazione (Die dritte Generation), RFT, 1979:
Terrorismo anarchico nella Berlino Ovest degli anni settanta. Ma i rivoluzionari del film di Fassbinder non sono altro che rotelle nel meccanismo della società capitalistica, a loro insaputa sono solo dei burattini in mano a chi sta più in alto di loro. Con il suo solito stile irriverente, i vari capitoli sono presentati con scritte prese dai gabinetti pubblici, Fassbinder ci regala un altro forte capitolo di critica sociale.





6 - Querelle de Brest (Querelle), RFT/Francia, 1982.
Eccessivo e teatrale, irrealistico e crudo, un film paradossale che è il testamento artistico del grande cineasta tedesco. la storia di Querelle marinaio che sbarca a Brest e vaga per i bassifondi malfamati della città transalpina alla ricerca del fratello Robert.





7 - Attenzione alla puttana santa (Warnung vor einer heiligen Nutte), RFT, 1971.
Girato in economia ed in meno di un mese a Sorrento, il film racconta le difficoltà di una troupe cinematografica che sta girando un film contro la brutalità del potere, ma i soldi scarseggiano e rapporti interpersonali sono pessimi. Così il salone dell'albergo si trasforma in una specie di claustrofobica prigione. Fasbbinder va a segno anche con questa bizzarra opera metacinematografica a basso costo.




8 -  Lili Marleen, RFT, 1981.
Ambientato durante il nazismo, il film racconta la storia d'amore impossibile fra la cantante Willie (Hanna Schygulla), che diventerà famosa per la canzone del titolo ed il compositore ebreo Robert (Giancarlo Giannini) che dovrà fuggire in Svizzera per evitare la deportazione. Prim film della cosiddetta quadrologia fassbinderiana sulla Germania.






9 -  Veronika Voss (Die Sehnsucht der Veronika Voss), RFT, 1982.
Orso d'oro al festival di Berlino, è una piccola che ricorda vagamente "Viale del tramonto" di Billy Wilder, la protagonista è infatti una diva famosa ai tempi del Terzo Reich che vive dimenticata da tutti con i ricordi del suo passato glorioso.





mercoledì 25 settembre 2013

Aviazione civile

Ovvero i film ambientati in aerei ed aeroporti passeggeri. Ce ne sono molti di tutti i generi.




1 - L'aereo più pazzo del mondo (Airplane), USA, 1980, di Zucker-Abraham-Zucker.
Divertentissima parodia della serie "Airport" che è stata particolarmente popolare negli anni Settanta. Uno dei migliori, e dei primi,  film del filone demenziale. Tantissime trovate divertenti, e cast con gustosi camei come quello di kareem Abdul-Jabbar. Ormai diventato un classico del genere comico. Vanta anche un divertente sequel. Sotto alcune esilaranti sequenze.








2 - United 93, USA/UK/Francia, 2006, di Paul Greengrass.
L'ottimo film di Greengrass prova a ricostruire il più fedelmente possibile quello che accadde sul quarto aereo dirottato l'11 settembre 2001, che grazie all'intervento dei passeggeri non raggiunse l'obiettivo schiantandosi al suolo nei boschi della Pennsylvania.




3 - Flight, USA, 2012, di Robert Zemeckis.
Il comandante di un volo di linea si sveglia dopo una notte di bagordi e deve volare la mattina stessa. Si aiuta con della cocaina. Zemeckis si conferma regista solido, Denzel Washington ottenne la candidatura all'Oscar.


4 - Airport, USA, 1970, di George Seaton.

Un pazzo vuole fare esplodere un aereo con una bomba sul volo Chicago-Roma, è una corsa contro il tempo per fermarlo e riportare a terra l'aereo. Il film è il progenitore di tutta la serie Airport e del sottogenere catastrofico. Ottenne ben dieci nominatin agli Oscar vincendone uno.



5 - The Terminal, USA, 2004, di Steven Spielberg.
In questo curioso film di Spielberg, il protagonista interpretato da Tom Hanks rimane bloccato per problemi di documenti all'aeroporto di New York. Vivrà all'interno del terminal per lungo tempo, arrangiandosi come può.




6 - Tra le nuvole (Up in the Air), USA, 2009, di Jason Reitman.

Le vicende del cinico tagliatore di teste Ryan Bingham meriterebbero forse una posizione migliore in classifica, ma qui aeroporti ed aerei fanno solo da scenografia alla storia di un figlio del nostro tempo e della crisi. Sei nominatione nessun Oscar vinto.



7 - Flightplan - Mistero in volo (Flightplan), USA/Germania, 2005, di Robert Schwentke.
Jodie Foster è protagonista di un buon thriller nel quale è alla ricerca del figliolo misteriosamente scomparso su un volo di linea. L'equipaggio la prende per pazza, ma lei non si arrende.





8 - Con Air, USA, 1997, di Simon West.

Discreto action movie ambientato su un aereo adibito al trasporto dei detenuti. Fracassone e veloce, un film adatto solo agli amanti del genere. Buon cast di caratteristi attorno all'inespressivo Nicolas Cage.





9 - Un hostess tra le nuvole (View from the top), USA, 2003, di Bruno Barreto.

Gwyneth Paltrow è la protagonista di un'innocua commediola sentimentale che però ha il merito di essere l'unico film che racconta la vita delle hostess a bordo dei voli di linea.